B&F Attraction

innaturale.com – Le varianti analcoliche dei cocktail stanno ormai prendendo il sopravvento sui classici drink: una moda nata negli Stati Uniti, ma che sta crescendo a vista d’occhio in tutto il mondo, anche in Italia.

Partendo dalle basi, che cos’è un “mocktail”? Per chi ancora non abbia mai sentito questo termine, anche se molto improbabile, si riferisce ai semplici cocktail analcolici. Nel nome, infatti, la parola "cock" è stata sostituita con "mock" che significa finto.

Ed è proprio in questi drink che il bartender deve mostrare la sua bravura e la sua creatività, poiché la parte alcolica non va soltanto eliminata, ma deve essere sostituita, cercando di mantenere sempre un sapore, nel suo complesso, equilibrato.

In genere, i protagonisti diventano le classiche bevande come ginger ale, limonate, succhi, estratti, ma anche acqua frizzante, frutta fresca, verdura e addirittura spezie posso risultare fondamentali per ricreare e bilanciare il gusto.

Il più famoso tra i mocktail è sicuramente lo Shirley Temple, inventato negli anni ’30 alle Hawaii in onore della bimba attrice e ballerina, cui ingredienti sono semplicemente ginger ale e sciroppo di granatina.

I principali consumatori di cocktail analcolici sono senza dubbio gli astemi, che per gusto personale o per esigenze non bevono alcol. Questi drink vengono spesso scelti anche da chi deve poi mettersi al volante o da chi, attento alla propria salute, vuole ridurre il contenuto calorico.

Tuttavia, non sempre i mocktail sono meno calorici rispetto ai classici cocktail o hanno proprietà benefiche: difatti, spesso, la quantità di zucchero di alcuni mix può essere paragonabile a quella contenuta nei superalcolici.